Caro Antonio, oggi non ci sei più. E non potrò mai più attaccarti, con velata o meno ironia, perché probabilmente avevamo due visioni diverse del mondo, o forse solo dello sviluppo del nostro paese. Molte sono le cose che non ho condiviso della tua esperienza amministrativa, ma non sono cieco da non riconoscere che alcune cose le hai sapute fare bene.
Prima di tutto hai mantenuto la tua Umanità, non ammantandoti di quella arroganza tipica che spesso contagia chi conquista il potere. E se anche fosse vero che un sindaco non si misura dalla capacità di salutare la gente, o stargli vicino, un uomo si.
Hai saputo sicuramente mantenere un’identità netta di sinistra, in un’epoca in cui è sempre più difficile non essere contagiati dalla malattia della moderazione centrista.
Hai rinunciato al tuo orgoglio, in occasioni allegre come quelle delle sagre organizzate con Nello Musumeci, quando per il bene del paese ti sei “alleato con il diavolo”, e ti sei fatto cantare da lui una volta, in un noto locale di Militello, davanti ad una folla divertita, la famosa canzone di Jimmy Fontana: “tu sarai sempre regina ed io il tuo re”.
Hai chiesto agli impiegati comunali tutti, un maggior impegno, ed anche se non so quali risultati hai ottenuto, almeno ci hai provato.
Ricordo bene il momento più bello della tua vita, o almeno di quella politica… Quindici giorni dopo quello più brutto della mia (sempre politica), uscito sconfitto dalla competizione comunale con soli 22 voti, a vent’anni, tradito dal mio stesso sangue. Quando la notte di un 7 giugno (data del mio compleanno) di diversi anni fa, ricevesti la notizia della tua 2° rielezione, in un ballottaggio impossibile da vincere, in cui nemmeno tu credevi. Te lo lessi negli occhi, l’acme, l’apogeo, la massima gioia, che toglie il respiro, ed anche se nessuno forse lo ricorda, ti avvicinasti a me e mi abbracciasti chiamandomi per nome, per condividere la tua felicità.
Ed alla fine, anche parlando con i tuoi amici, per quanto tragico possa essere, hai avuto il funerale che forse avresti desiderato. Probabilmente tra vent’anni, quando non saresti più stato sindaco di Militello, non ci sarebbe stata tutta quella gente. Ricordo la triste e solitaria dipartita dell’ex sindaco Cottone… E non ci sarebbe stata nemmeno l’idea romantica del sindaco ciclista, volato via per la sua passione.
Cosa dirti di più? La mia tomba è di fronte alla tua, spero per me il più tardi possibile, continueremo a litigare nell’aldilà.
Prima di tutto hai mantenuto la tua Umanità, non ammantandoti di quella arroganza tipica che spesso contagia chi conquista il potere. E se anche fosse vero che un sindaco non si misura dalla capacità di salutare la gente, o stargli vicino, un uomo si.
Hai saputo sicuramente mantenere un’identità netta di sinistra, in un’epoca in cui è sempre più difficile non essere contagiati dalla malattia della moderazione centrista.
Hai rinunciato al tuo orgoglio, in occasioni allegre come quelle delle sagre organizzate con Nello Musumeci, quando per il bene del paese ti sei “alleato con il diavolo”, e ti sei fatto cantare da lui una volta, in un noto locale di Militello, davanti ad una folla divertita, la famosa canzone di Jimmy Fontana: “tu sarai sempre regina ed io il tuo re”.
Hai chiesto agli impiegati comunali tutti, un maggior impegno, ed anche se non so quali risultati hai ottenuto, almeno ci hai provato.
Ricordo bene il momento più bello della tua vita, o almeno di quella politica… Quindici giorni dopo quello più brutto della mia (sempre politica), uscito sconfitto dalla competizione comunale con soli 22 voti, a vent’anni, tradito dal mio stesso sangue. Quando la notte di un 7 giugno (data del mio compleanno) di diversi anni fa, ricevesti la notizia della tua 2° rielezione, in un ballottaggio impossibile da vincere, in cui nemmeno tu credevi. Te lo lessi negli occhi, l’acme, l’apogeo, la massima gioia, che toglie il respiro, ed anche se nessuno forse lo ricorda, ti avvicinasti a me e mi abbracciasti chiamandomi per nome, per condividere la tua felicità.
Ed alla fine, anche parlando con i tuoi amici, per quanto tragico possa essere, hai avuto il funerale che forse avresti desiderato. Probabilmente tra vent’anni, quando non saresti più stato sindaco di Militello, non ci sarebbe stata tutta quella gente. Ricordo la triste e solitaria dipartita dell’ex sindaco Cottone… E non ci sarebbe stata nemmeno l’idea romantica del sindaco ciclista, volato via per la sua passione.
Cosa dirti di più? La mia tomba è di fronte alla tua, spero per me il più tardi possibile, continueremo a litigare nell’aldilà.
Giuseppe Matteo Amenta
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