Vi ricordate il famoso film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia? Quello che faceva la parodia al ben più celebre lungometraggio di Sergio Leone… Beh, la situazione contemporanea di Militello mi ricorda molto da vicino quella pellicola, purtroppo.
Nell’antico paese barocco del West (West di Catania), dove i fuorilegge possono compiere indisturbati tutti i loro sporchi affari, coperti da una politica che, tanto per usare un eufemismo, è un po’ distratta (vedasi gli accadimenti sull’ex carcere mandamentale solo per fare qualche esempio), ci sono 3 personaggi che cercano disperatamente e con ogni mezzo di mettere le mani sul “tesoro”. Questi ricoprono cariche politiche di prestigio, e se non fossero drammaticamente reali sarebbero persino divertenti…
Il primo di loro veste sempre molto elegante, e possiede anche un certo “stile”. Discende da una nobile famiglia locale (intrecciata un tempo con una ben più nota e potente famiglia, della quale faceva parte pure un ex presidente della regione mafioso), ed è per questo designato a ruoli di primo piano nella futura politica militellese (si dice che debba succedere all’attuale sindaco alle prossime elezioni). Ha affari nella spazzatura (di Talleyrand si diceva: «Una merda in calze di seta»), e sa ben differenziare i suoi stipendi (uno per il suo lavoro, uno per la carica ricoperta, ed uno per i suoi suddetti affari).
Il secondo è meno elegante del primo, e dei 3 sicuramente il più antipatico (anche se umanamente il migliore). La sua bruttezza non riguarda propriamente l’aspetto fisico, quanto piuttosto il modo di fare politica, farcito di noiose parole pseudo radical chic, e slogan di vario genere, ricoperti però da una sostanziale e sostanziosa (per lui) realpolitik. È responsabile della chiusura dello sportello unico per le imprese (chissà perché), e di un vecchio discutibile contratto con una ditta di metanizzazione in odore di mafia. Si appresta inoltre a portare a termine una spartizione dei lotti della zona artigianale non proprio trasparente (mi posso anche sbagliare, ma invito i cittadini ad informarsi su quali saranno le ditte che prenderanno possesso dei terreni). In più ha scambiato il comune per un’agenzia di viaggi, date le sue numerose trasferte…
Il terzo infine è il più rozzo, e si comporta in maniera più istintiva, con gli illogici pensieri tipici di una bestia ferita. In passato è diventato famoso per essere stato “penetrato” da un vescovo, e alla provincia lo conoscono tutti come “u porta scacciati” (per via di una sua servile abitudine, seguita quando si allontana da risate e pettegolezzi vari). Ultimamente ha dato spettacolo su alcune televisioni per i ben noti fatti di Mineo (alla faccia della tolleranza e della solidarietà, e meno male che gli xenofobi sono quelli di destra!). Ma la sua cretinaggine deve ancora dare il meglio di se, quando alle prossime elezioni comunali non sarà nemmeno ricandidato…
Ora la domanda è: chi si fregherà il tesoro? Se vi ricordate il film, alla fine sarà la prostituta, pardon, essendo gli attori siciliani, la burtana…
Nell’antico paese barocco del West (West di Catania), dove i fuorilegge possono compiere indisturbati tutti i loro sporchi affari, coperti da una politica che, tanto per usare un eufemismo, è un po’ distratta (vedasi gli accadimenti sull’ex carcere mandamentale solo per fare qualche esempio), ci sono 3 personaggi che cercano disperatamente e con ogni mezzo di mettere le mani sul “tesoro”. Questi ricoprono cariche politiche di prestigio, e se non fossero drammaticamente reali sarebbero persino divertenti…
Il primo di loro veste sempre molto elegante, e possiede anche un certo “stile”. Discende da una nobile famiglia locale (intrecciata un tempo con una ben più nota e potente famiglia, della quale faceva parte pure un ex presidente della regione mafioso), ed è per questo designato a ruoli di primo piano nella futura politica militellese (si dice che debba succedere all’attuale sindaco alle prossime elezioni). Ha affari nella spazzatura (di Talleyrand si diceva: «Una merda in calze di seta»), e sa ben differenziare i suoi stipendi (uno per il suo lavoro, uno per la carica ricoperta, ed uno per i suoi suddetti affari).
Il secondo è meno elegante del primo, e dei 3 sicuramente il più antipatico (anche se umanamente il migliore). La sua bruttezza non riguarda propriamente l’aspetto fisico, quanto piuttosto il modo di fare politica, farcito di noiose parole pseudo radical chic, e slogan di vario genere, ricoperti però da una sostanziale e sostanziosa (per lui) realpolitik. È responsabile della chiusura dello sportello unico per le imprese (chissà perché), e di un vecchio discutibile contratto con una ditta di metanizzazione in odore di mafia. Si appresta inoltre a portare a termine una spartizione dei lotti della zona artigianale non proprio trasparente (mi posso anche sbagliare, ma invito i cittadini ad informarsi su quali saranno le ditte che prenderanno possesso dei terreni). In più ha scambiato il comune per un’agenzia di viaggi, date le sue numerose trasferte…
Il terzo infine è il più rozzo, e si comporta in maniera più istintiva, con gli illogici pensieri tipici di una bestia ferita. In passato è diventato famoso per essere stato “penetrato” da un vescovo, e alla provincia lo conoscono tutti come “u porta scacciati” (per via di una sua servile abitudine, seguita quando si allontana da risate e pettegolezzi vari). Ultimamente ha dato spettacolo su alcune televisioni per i ben noti fatti di Mineo (alla faccia della tolleranza e della solidarietà, e meno male che gli xenofobi sono quelli di destra!). Ma la sua cretinaggine deve ancora dare il meglio di se, quando alle prossime elezioni comunali non sarà nemmeno ricandidato…
Ora la domanda è: chi si fregherà il tesoro? Se vi ricordate il film, alla fine sarà la prostituta, pardon, essendo gli attori siciliani, la burtana…
Giuseppe Matteo Amenta